“In difesa della pasta”
Il più grande paradosso del XXI secolo è ancora quello di demonizzare i carboidrati contenuti nella pasta, in un mondo dove patologie croniche ed obesità aumentano a causa dell’elevato consumo di cibo spazzatura proposto praticamente ovunque. L’odierno cibo spazzatura non va più concepito solamente come quello proposto nei fast-food ma anche e soprattutto come quello manipolato, processato, “addizionato di”, “sostitutivo di”, caratterizzato da un forte potere attrattivo per il consumatore e dunque, terreno fertile per il marketing alimentare.
Nell’era del progresso scientifico sembra assurdo dover ancora puntare il dito contro il deleterio bombardamento mediatico che propone costantemente diete altamente restrittive e “modaiole” prive o quasi di pasta e pane, ritenuti la fonte di ogni male in campo alimentare.
Peccato, o meglio, per fortuna, che la letteratura scientifica in campo nutrizionale degli ultimi 50 anni confuti totalmente questa tendenza ed anzi, non solo la confuta, ma decreta che la questione “carboidrati si-carboidrati no” sia assolutamente vana; analizziamo i principali motivi:
(n.b qualsiasi considerazione sotto riportata deve essere sempre adattata all’individuo in maniera del tutto personalizzata e considera sano l’introito di fonti di carboidrati di qualità).
- Una buona motivazione per mangiare pasta è quella che dichiara che per vivere in salute oltre il 50% delle calorie quotidiane deve essere assunto dai carboidrati (dunque non solo dalla pasta, ma potenzialmente anche da essa), lasciando il 25-30% ai grassi e il 15-20% alle proteine.
- Sì alla pasta per il suo ruolo centrale all’interno della Dieta Mediterranea, dal 2010 patrimonio UNESCO, bene immateriale di tutta l’umanità. Questo regime alimentare ha permesso a molte generazioni di italiani di vivere in buona salute con pasta e pane integrali – gli unici disponibili – insieme a legumi, frutta, verdura, olio extravergine d’oliva, poca carne, pesce, uova e formaggi laddove disponibili.
- Se ve lo state chiedendo, no, la pasta non fa ingrassare. È l’eccesso di qualsiasi nutriente a causare un aumento del peso corporeo. Se si ingrassa, facciamo piuttosto attenzione a ciò che mangiamo insieme alla pasta (o a come la condiamo).
- L’elevata digeribilità della pasta è un ulteriore punto a favore che la rende adatta per tutte le fasce di età e categorie, soprattutto per gli sportivi; la pasta al pomodoro – ad esempio – fa parte del menù degli atleti di alto livello sia in fase di allenamento sia in preparazione di gare impegnative.
- Un consumo intelligente di pane e pasta integrali riduce il rischio di malattie cardiovascolari grazie al basso indice glicemico (quindi si, anche chi è affetto da DM può consumare pasta regolarmente) e al ridottissimo contenuto in sodio, che la rende adatta a chi ha problemi di pressione.
In ultima analisi dunque, consumare una quantità adeguata di pasta non fa ingrassare, completa la Dieta Mediterranea, ma soprattutto – grazie allo stretto legame che possiede con la serotonina – fa bene al nostro tono dell’umore; a volte per sentirsi meglio, basta davvero poco…un bel piatto di pasta, ad esempio, come da tradizione!